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venerdì 11 novembre 2016

HARRY POTTER E LA MALEDIZIONE DELL'EREDE - Prima parte

Come annunciato in un post precedente, ho iniziato la lettura dell'ottavo capitolo della saga di Harry Potter.
Proprio ieri, sono giunto alla settantunesima pagina del volume ma fin dalla prima ho pesantemente accusato il limite di coinvolgimento emotivo esercitato da una sceneggiatura.
Aridi dialoghi in cui gli stati d'animo, le emozioni e le sensazioni devono essere percepiti dal lettore. Mancano cioè gli ingredienti che, dal mio punto di vista, fanno grande un libro ed appassionante una lettura. Chiariamoci subito. Questa non vuole  una critica alla trama. È un dato di fatto che chi acquista il libro conosce fin da subito ed è proprio questa la ragione per cui non mi decidevo a leggerlo.
Veniamo ora al racconto vero e proprio.
Ammetto di essere partito prevenuto per il motivo che ho scritto poc'anzi o per il fatto che non sia stato scritto esclusivamente dalla mano della Rowling ma, fino a questo punto, l'ho trovato ben al di sotto dei libri precedenti.
Argomentiamo meglio questa impressione.
Albus, il figlio di Harry Potter, è un ragazzo problematico che, evidentemente, soffre per l'eccessiva ingombranza della figura paterna nella sua vita e fin qui, tutto bene.
Ma durante un incontro/scontro col genitore, il giovane Potter si atteggia più a bamboccione viziato che ad adolescente vittima di una crisi esistenziale... e Harry? È irriconoscibile! Accetta passivamente le offese del figlio, senza alcun tipo di reazione. Non che sia del tutto esente da colpe, tutt'altro... Faccio chiarezza.
Leggete i regali pre Hogwarts fatti ai figli: a James dona il fantastico mantello dell'invisibilità.. Wow!
A Lily, un meraviglioso paio di ali di fata... doppio wow!
E ad Albus???
Che ci crediate o no, al povero Albus regala la coperta pidocchiosa in cui - Harry - era avvolto quando è stato portato dagli zii.
Ma che cavolo di regalo è questo???
E poi si chiede perché il figlio si arrabbia???
Non ci vuole certo la magia per capirlo!!!
Cambiamo argomento.
Vogliamo parlare della cavolata della Strega del Carrello??
Questo assurdo personaggio avrebbe il compito di impedire a chiunque di abbandonare il treno prima del capolinea.
Un normale controllore, no?
Ma non formalizziamoci. In un mondo pervaso dalla magia tutto è permesso.
Però, dico io, se in centonovanta anni di onorata carriera nessuno le è mai sfuggito, come possono esserci riusciti Albus e Scorpius, due ragazzini inesperti, senza nemmeno troppa fatica?
A mio avviso, è ora che la povera streghetta vada in pensione. I suoi controlli non sono più tanto efficaci... Non vorrei che la diabolica legge Fornero fosse riuscita a superare il binario 9 e 3/4, fregando - oltre gli italiani - anche gli abitanti del mondo magico!!! 
A parte gli scherzi, mi rifiuto di credere che Joanne Rowling sia complice di simili trovate.
Ad ogni modo andrò avanti nella lettura... ho già intravisto un'altra pecca di cui forse parlerò nella seconda parte.
Chi di voi ha letto il libro?
Inviate le vostre impressioni via email.

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