Siamo giunti all'ultimo giorno di permanenza a Tel Aviv e, per l'occasione, il mio carissimo amico Gigi mi ha invitato a fare colazione in un localino meraviglioso... dice lui.
'Lò - è così che mi chiama - domattina ti porto in un posto speciale. Fidati di me'.
Naturalmente accetto di buon grado. Considerato il fatto che mi alletta con aggettivi altisonanti di un cappuccino fantastico e di paste da urlo, sarei uno stupido a non accettare una proposta tanto sublime.
Una buona colazione fa partire la giornata con il piede giusto!!! Soprattutto a me che ho bisogno di mangiare nell'istante stesso in cui mi alzo. Nel mio stomaco si apre subito una voragine!! E dopo...di corsa al bagno. Non posso allontanarmi troppo da casa o, in questo caso, dall'appartemento che ci ospita. È di primaria importanza. Per questa ragione, prima di partire, mi assicuro...
'Gigi, è lontanto questo posto paradisiaco?' E lui, con sorriso rassicurante, mi risponde 'No, no è qui dall'Hilton. Cinque minuti e siamo arrivati!
EVVIVA!!!!
Inforchiamo le nostre bici e ci dirigiamo verso il meraviglioso lungomare di Tel Aviv. È una giornata magnifica. L'azzurro del cielo è un tutt'uno con le acque cristalline del mare.
'Ecco l'Hilton. Dov'è il bar?' gli chiedo, con lo stomaco che già inizia a gorgogliare.
'Ci siamo', mi risponde Gigi, qualche metro avanti a me.
Poi però ci imbattiamo in una serie di stradine strette su cui si affacciano numerosi locali. La gente è gremita e le biciclette creano ulteriore ingorgo. Il mio manubrio urta contro diverse persone che si innervosiscono - già, dimenticavo, qui la popolazione è molto diretta e le cose non te le mandano certo a dire - e ai miei 'sorry' sempre più insofferenti, rispondono con frasi incomprensibili ma dal tono tutt'altro che amichevole.
Ma, dopo aver attraversato l'intera città - alla faccia dei cinque minuti di Gigi - finalmente, il bar appare davanti ai miei occhi increduli come un'oasi nel deserto.
GIOIA E GIUBILO... anche il mio stomaco, a suo modo, intona un'alleluja.
Troviamo due posti e ci sediamo. Il primo a darci il benvenuto è un paffuto calabrone. TERRORE ALLO STATO PURO!! Io e Gigi ci alziamo di scatto, rovesciando sedie e tavolino con tutto quello che stava sopra. I clienti si voltano di scatto, dapprima spaventati poi divertiti dalla scena che si trovano ad assistere. Scatta una risata generale. Alché, coi visi rossi come due pomodori maturi, tendenti al marcio, io e Gigi cerchiamo di rimediare al danno commesso.
Ora però è giunto il tanto agognato momento di ordinare. Il vassoio con la nostra colazione viene adagiato sul tavolino.
SI MANGIA!!!
Devo dire che il dolce è davvero buonissimo. BRAVO GIGI!!! Anche il calabrone è d'accordo con noi ed infatti torna a farci visita, accompagnato dal minaccioso ronzio. Stavolta però ci limitiamo a qualche gridolino e a scacciarlo a colpi, a vuoto, di menu, sotto gli occhi divertiti della cameriera che, senza celare un pizzico di ironia ci dice 'It doesn't eat you' (non vi mangia).
Sorridiamo e ci gustiamo in santa pace la nostre leccornie fino all'ultimo boccone. Poi però la mia paura più grande diventa realtà...
OH MIO DIO!!! IL BAGNO!
....continua con l'ultima puntata.
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