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domenica 2 aprile 2017

INTERVISTA A LORENZO BOSI

DOPO AVER INTERVISTATO UNA QUINDICINA DI SCRITTORI, È GIUNTO IL MIO TURNO.
LE DOMANDE MI SONO STATE POSTE DA PATRIZIA FINUCCI GALLO, UNA SPLENDIDA GIORNALISTA, SCRITTRICE E BLOGGER MA, SOPRATTUTTO, UNA GRANDE AMICA.
L'INTERVISTA È INSERITA NEL SUO LIBRO: CHE PROFUMO HA LA TUA SCRITTURA CHE POTETE SCARICARE QUI:
http://www.pfgstyle.com/2017/03/quale-profumo-ha-la-tua-scrittura.html

TUTTA COLPA DELLA
SIGNORA IN GIALLO
Colloquio con Lorenzo Bosi
scrittore di libri per ragazzi
Quando entra nelle aule scolastiche per presentare i suoi
libri si fatica a capire chi fra di loro sia l’adolescente e chi lo
scrittore. E questo potrebbe essere un bene se, ed è il caso
di Lorenzo, si sceglie di passare alla narrativa per ragazzi.
Insomma, quando si ha a che fare con gli incantesimi un
pizzico di essenza magica nel cuore la devi pure avere.

Eppure, a quanto mi hai raccontato, non ha molto di ma-
gico, il tuo quotidiano...
Sì, la mia giornata tipo non è esattamente quella di uno
scrittore affermato. Ogni mattina, dopo un’abbondante co-
lazione, mi dirigo al negozio dove lavoro fino alla mezza.
Pausa pranzo sportiva in palestra a riossigenare il cervello
e si torna al lavoro fino a sera. Ahimè, la scrittura occupa
solo il dopo cena, quando mi isolo davanti al computer o
mi immergo sotto pile di fogli e cartacce varie e do libero
sfogo alla fantasia.

E allora da dove nascono le tue storie?
Ma ovunque! O meglio, l’idea, l’intuizione, non hanno luo-
go fisso. Spesso gli spunti per una storia li trovo in palestra,
in auto, durante una passeggiata e, sì, anche al lavoro. L’im-
portante è appuntarsi ogni cosa. Prendere nota di tutto. Si
può trarre beneficio anche dalle idee che, in un primo mo-
mento abbiamo considerato inutili o, addirittura, idiote: è
il famigerato “senno del poi”. La sera poi si raccolgono i fili
e si tesse la tela. In soggiorno, ma non in silenzio. Ho biso-
gno di un sottofondo costante. A casa mia la tv è sempre
accesa.

Tutte le sere così? E magari al computer la domenica e le 
feste comandate?
Ma no, figuriamoci, anzi! Intanto, per la cronaca, non po-
trei mai scrivere le mie storie davanti allo schermo bianco di
un computer, non riuscirei a riempire nemmeno una riga,
mi sentirei disorientato, amareggiato. La penna in mano in-
vece mi dà sicurezza e, probabilmente, ha un collegamento
diretto con le terminazioni nervose del mio cervello: così la
pagina vuota si riempie di inchiostro a velocità sorprenden-
te. Quanto ai miei ritmi di lavoro, sono molto irregolari.
Ci sono periodi di massima produttività letteraria nei quali
sfrutto ogni istante per scrivere, altri invece in cui preferi-
sco occuparmi del mio blog, altri ancora in cui trovo più
stimolante recitare a teatro. O fare altro: ora sto cercando
di ridare il lustro che merita alla poetessa tredoziese dell’Ot-
tocento Maria Virginia Fabroni, in collaborazione con l’am-
ministrazione comunale. E sono alla disperata ricerca del
fantasma di suo fratello Pier Matteo che si aggira nei mean-
dri dell’ex convento della SS. Annunziata.

Fai un passo indietro. Quando hai maturato l’idea di scri-
vere?
Vent’anni fa, guardando La Signora in Giallo. Ho sempre
adorato l’immagine di lei, Angela Lansbury-Jessica Fletcher,
quando nella sigla della serie batte sui tasti della vecchia
macchina da scrivere, i fogli si riempiono uno a uno, lei 
infine li ripone e chiude la cartellina di pelle con su inciso 
“Murder, she wrote”. La passione l’avevo anche prima, ma 
a scuola non avrei mai pensato di essere in grado di scrivere 
un libro. E, a dire il vero, nemmeno quando ho iniziato 
il mio primo romanzo ero certo di riuscire ad arrivare in 
fondo. Mai arrendersi, mi sono detto, le difficoltà vanno 
affrontate man mano che ci si presentano davanti: con la 
perseveranza i risultati si ottengono, vale per la scrittura 
come per tutte le avversità con cui la vita ci mette alla prova.

Parliamo di profumo. La prima immagine che ti viene in 
mente.
Una cascata di montagna, le cui acque si gettano in un bo-
sco di conifere.

La fragranza della tua scrittura.
Ha l’aroma del tè al limone che non manca mai sul mio 
tavolo. E delle torte appena sfornate da Jessica Fletcher.

L’odore dei tuoi libri per ragazzi.
Hanno l’aroma di biscotti e cioccolato, ottima merenda per 
chi ha l’età dei miei lettori. 

Del tuo prossimo libro.
Tres Dotes, in uscita, è una narrazione storico-mitologica che 
prende spunto dalla poesia di Maria Virginia Fabroni, di 
cui ti ho detto: com’è giusto che sia, ha il profumo metallico 
delle armi, misto a quello più dolce dei campi di fiori.

Della carta su cui scrivi.
Sarà l’odore, sarà altro, ma scrivere su un foglio mi da feli-
cità. Rendere reale una storia che fino a quel momento era 
solo nella mia mente procura sensazioni difficili da espri-
mere anche per uno scrittore. Ci si sente appagati. Sì, è il 
termine giusto.

Lorenzo Bosi vive a Tredozio, piccolo centro dell’Appenino to-
sco-romagnolo. Adolescente, mette mano ad un racconto che resterà 
nel cassetto fino al 2003 quando diventerà il suo libro di debutto, 
Sei per un mistero. Seguono Sei alla reggia di Batirkika, Sei 
sul pianeta dei giganti e Sei contro i fantasmi neri. Dal 2010 
per Freaks pubblica Il mistero della bara e Una notte in uffi-
cio. In uscita lo storico/mitologico Tres Dotes.


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