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martedì 31 gennaio 2017

CHIARA BELLO

Prende il via da oggi la nuova rubrica dedicata all'editoria locale.
Qui di seguito troverete la presentazione di un bellissimo libro che non dovrebbe mancare nelle vostre librerie.
Parola di MURO DI LIBRI 😉😉



Titolo: COME LE MAGNOLIE
Autrice: Chiara Bello
Pagine: 56
Prezzo: 8,00 Euro
Casa editrice: www.ilpontevecchio.com

BIOGRAFIA
CHIARA BELLO (Ravenna, 28 aprile 1983), dopo la maturità al Liceo Classico “Dante Alighieri” di Ravenna si è iscritta a Giurisprudenza a Bologna, mancandole la discussione della tesi, già pronta, intorno al delicato problema della pena come recupero. Ha sempre usato la scrittura come una fonte di energia, alimentando una serena visione della vita, nella quale – come ama ripetere – il coraggio assicura sempre un premio, anche a lungo termine, il bene porta il bene, l’amore porta amore.
SINOSSI
Chiara Bello ci propone sette coivolgenti figure di donna, còlte in momenti particolari della loro vita, rese nella pienezza dei loro sentimenti, mosse nella loro psicologia, talora animate dall’attesa del nuovo o dal felice rigoglio del vivere , talaltra strette dall’ansia, nella pena di vivere così. Incontriamo in tal modo maternità dolorose, tra bulimia e sessualità malata; intenerite memorie d’amicizia; il riscatto dalla violenza maschile in episodi spesso drammatici; la salvezza infine di adolescenti sognanti che rischiavano nuovi pericolosi incontri nei boschi della vita. La struttura del racconto, rapida ed essenziale nei suoi movimenti narrativi, è sostenuta da una prosa fresca e agilissima, di assoluta modernità, in ciò del tutto in coerenza con la contemporaneità dei temi, dei luoghi e dei personaggi evocati [rc].

sabato 28 gennaio 2017

INTERVISTA A GIAMPIERO OLIVI


1)     Com'è nata la tua passione per la scrittura?

 

Come è nata non saprei dirlo, so soltanto che è nata con me. Sin da bambino mi divertivo a “creare” dei giornali staccando il foglio doppio centrale dei miei quaderni e riempiendolo di notizie inventate. Contemporaneamente iniziai a provare a scrivere racconti, in realtà ingenue imitazioni delle mie letture dell’epoca. Ero appena uno studente delle elementari, ma da allora la passione per la scrittura non mi ha mai abbandonato.




2) Esiste un libro, un autore o anche solo un racconto che ti ha influenzato?

 

No. A parte i primissimi tentativi di scrittura che, come detto, obiettivamente risentivano delle letture dell’epoca (ma avevo sette - otto anni…) non sono mai stato influenzato da libri o autori. Spesso mi capita di prendere spunto dalla vita quotidiana, dagli episodi che vivo oppure a cui assisto, questo sì…

 


3) Quanto tempo hai impiegato?


E’ difficile quantificare il tempo impiegato a scrivere Pyttipanna Letterario. E’ un’opera particolare, nel senso che, come spiego nell’introduzione, è una raccolta di racconti scritti nel corso degli anni, una sorta di “compilation”, tanto per usare un termine musicale. Assemblare i vari “componenti”, limare i dettagli, trovare un minimo di collante, non mi ha preso molto tempo. Più che altro è stato un lavoro che ha subito una brusca interruzione a causa di gravi problemi personali.

 

 

4) Comè stato il tuo primo approccio col mondo dell'editoria?

 

Sono arrivato a pubblicare attraverso la strada dei concorsi letterari, a cui mi capita di partecipare ogni volta che posso e dove a volte tra i premi ed i riconoscimenti è prevista la pubblicazione. Ecco, il mio approccio con l’editoria è avvenuto proprio così: un concorso letterario, la mia opera che arriva in finale e pur non risultando vincitrice riceve un’offerta di pubblicazione. Gli editori con cui ho pubblicato sono piuttosto piccoli ed all’autore viene chiesto di collaborare alla distribuzione, dando fondo ad iniziative ed all’ingegno. Non è il massimo ma lo prendo come un inizio e comunque mi ha dato l’opportunità sia di entrare ufficialmente nel mondo dell’editoria che di vivere un sogno, quello di sentirmi uno scrittore vero. 

 

 
5) Parlaci un po' del tuo libro. Cerca di convincere i lettori di MURO DI LIBRI a sceglierlo.

 

Si tratta di una raccolta di racconti senza alcun filo conduttore tra loro, completamente slegati. L’unico punto di contatto è quello di essere stati scritti dalla stessa persona. Si legge molto facilmente, le storie sono scritte in maniera scorrevole, anche se, compatibilmente con la leggerezza degli argomenti trattati, ho cercato di inserire dei micro-colpi di scena finali, ovviamente proporzionati alla storia raccontata!

Convincere i lettori? Beh, non posso che ripetere quello che ho detto in altre occasioni e cioè che ci sono due motivi per scegliere il mio libro: il primo è che, sinceramente mi sembra sia un’opera riuscita abbastanza bene, il secondo è che in un mondo dove per pubblicare è sufficiente essere famosi anche in campi che non hanno niente a che vedere con la scrittura, la mia è un’opera scritta da chi lo fa per passione e vorrebbe o avrebbe voluto fare lo scrittore.
 
 

BIOGRAFIA

 

Giampiero Olivi è nato a Roma nel 1965. Diplomato Geometra, lavora come impiegato. Scrive praticamente da sempre. La sua produzione comprende articoli, storie per bambini, poesie, racconti, romanzi e… cortometraggi, frutto di un breve sconfinamento nel campo cinematografico.
Nel 2013 vince il 3° Concorso Letterario Premio De Benaco, mentre è finalista nel 2005 al Concorso Letterario “Storie di Sport” e nel 2009 alla 3° edizione del Concorso “AlberoAndronico”.
PYTTIPANNA LETTERARIO, con il quale è finalista al 7° Premio Nazionale Letterario “Un Fiorino” (dove risulta l’opera più votata dalla Giura Popolare), è la sua terza pubblicazione. In precedenza aveva editato per Aletti  la raccolta di racconti “Sulle ali dei sogni” (2007) e la silloge “Il lato nascosto” all’interno del volume “Vespero” (2014).
 
PYTTIPANNA LETTERARIO
di
Giampiero Olivi
 
 
 
I primi fantozziani passi nel mondo del lavoro, una misteriosa intervista in chat, un fortuito incontro su un mezzo pubblico,
una piccola storia di sport, una  notte in treno in abbigliamento informale…
L'autore utilizza la metafora del Pyttipanna, pietanza svuota freezer, della Scandinavia per la raccolta senza legami dei suoi racconti accattivanti, scritti con una leggera vena di ironia.
 
 
 
 
Per acquisto (prezzo 8 €):
 
 
 

 

 

giovedì 26 gennaio 2017

MARINA DI GUARDO

Articolo originale del blog della mia grande amica e splendida Blogger Patrizia Finucci Gallo 
Oggi 26 gennaio alla ore 18 presso la libreria Zanichelli di Bologna, Patrizia presenterà il nuovo libro di Marina Di Guardo, Com’è giusto che siapubblicato proprio in questi giorni da Mondadori.
Si tratta di un giallo accattivante, con una serie di effetti a sorpresa che lasciano il lettore incollato al testo. Abbiamo voglia di arrivare alla fine, di dipanare il segreto di questa avvincente intelaiatura.
Sarà un momento per parlare di un bel libro, un libro al femminile, ma anche per conoscere una scrittrice talentuosa e una donna che ha saputo scommettere sui propri sogni, nonostante la quotidianità e gli impegni della famiglia.  Marina ha tre figlie bellissime una di loro, Chiara, è una delle influencer più note nell’ambito del fashion ed è fidanzata con il cantante Fedez.

Marina Di Guardo, Com’è giusto che sia, la trama

Bellissima e sensibile nel fulgore dei suoi vent’anni, Dalia potrebbe possedere il mondo. Invece, la sua fiducia nell’umanità è già gravemente compromessa: abbandonata dal padre prima ancora di nascere, è stata cresciuta dalla madre in completa solitudine, rotta soltanto dalla relazione con un uomo violento, delle cui aggressioni Dalia è stata testimone fin da piccola. Tormentata da incubi ricorrenti e con l’anima annerita dai lividi, la ragazza cova un desiderio inesprimibile, una sete di riscatto e vendetta che la brillante carriera di studentessa in medicina non basta a placare. Il volontariato in un centro per donne vittime di violenza le conferma ogni giorno quanto gli uomini possano macchiarsi di atrocità rimanendo impuniti. Finché il gelo che ha dentro finalmente deflagra, e decide di vendicare, una per una, tutte le donne abusate che ha incontrato sulla propria strada, a cominciare dalla madre. Si trasforma così in un angelo sterminatore che sceglie le sue prede con metodo e somministra loro l’estremo castigo con un calcolo e una freddezza che sfidano l’ingegno dei poliziotti incaricati di indagare sugli omicidi. E mentre la Dalia serial killer agisce indisturbata, la Dalia timida studentessa si imbatte in Alessandro, laureando in filosofia e barman introverso, che la corteggia con gesti premurosi e pensieri gentili. Tra i due si instaura una connessione profonda fatta di silenzi, slanci trattenuti, ferite condivise, che schiude una crepa nella corazza che Dalia si è cucita addosso per mettersi al riparo dall’amore. Ma ciò che non immaginerebbe mai è che, proprio adesso, dal suo passato possa tornare a braccarla il più spaventoso degli incubi.



mercoledì 25 gennaio 2017

LA CITTÀ DEI LADRI

Ammetto di aver acquistato questo libro pur non essendone troppo convinto ma, pagina dopo pagina, mi ha affascinato sempre di più.
Devo dire: una piacevole sorpresa.
La storia si svolge durante l'assedio di Leningrado da parte dei nazisti, nella seconda guerra mondiale.
Due reietti: un disertore di nome Kolja e Lev, una ladruncolo - nonché vero protagonista e voce narrante del libro - scambiano la pena di morte con una missione da compiere: trovare una dozzina di uova per il colonnello.
Ma che fortuna...si potrebbe dire. Sono nati davvero sotto una buona stella. Cosa mai ci vorrà a trovare qualche uovo!? Ma la guerra? Dove la mettiamo? Ahimè, è proprio il caso di tenerla in grande considerazione perché le conseguenze del conflitto trasformeranno la missione dei due ragazzi, in apparenza elementare, in una vera e propria Odissea - o Eneide - in chiave moderna.
I beni che oggigiorno diamo quasi tutti per scontato non lo sono altrettanto in periodi critici come le guerre.
L'autore è un vero maestro nell'alternare descrizioni cruenti, immagine violente che colpiscono con la forza di un pugno a piccole parentesi divertenti che, perfino nei momenti più critici - o soprattutto in quei frangenti- mantengono accesa la fiammella della voglia di vivere.
Sono rimasto incollato alle pagine. Letteralmente.
Kolja e Lev avranno portato a termine la missione?
.... Scopritelo, leggendo questo fantastico libro.
Solo la rocambolesca fuga dal quartier generale nazista non mi ha entusiasmato del tutto. Ho trovato inverosimile - ma non del tutto impossibile - che Kolja e Lev, insieme alla patriota Vika, siano riusciti a fuggire da un luogo infestato da nazisti armati fino ai denti oltretutto dopo aver ucciso un ufficiale tedesco.
A parte questo, null'altro da obiettare ma solo da consigliare...
LA CITTÀ DEI LADRI è un ottimo libro.
Parola di MURO DI LIBRI!!!!!

Titolo: LA CITTÀ DEI LADRI 
Autore: DAVIDE BENIOFF 
Pagine: 281
Editore: BEAT o NERI POZZA 

Concorso letterario: SMART WRITING

Il blog MURO DI LIBRI in collaborazione con Village Telefonia di Faenza
ORGANIZZA
il concorso letterario

SMART WRITING


1) La partecipazione è aperta a tutti gli scrittori italiani e stranieri purché con testo in italiano;

2) Si partecipa inviando i testi - unica copia - tramite posta o email. Le opere non verranno restituite;

3) Si partecipa con un racconto a tema libero, non superiore a n. 4 pagine, carattere Times New Roman, corpo 14, interlinea 1,5. Può essere edito o non edito;

4) La quota di partecipazione è di 10 €... Coi quali acquisteremo lo Smartphone
- bonifico a favore di: Lorenzo Bosi, causale "concorso Write Smart. Inviare la ricevuta del pagamento via email a murodilibri@libero.it
IBAN IT62E0601067684510200396472
- in contanti insieme al plico ma non si risponde di eventuali smarrimenti da parte del corriere.

TENIAMO A PRECISARE CHE NON SIAMO SPONSORIZZATI

Il plico dovrà essere inviato a:
MURO DI LIBRI c/o
Village Telefonia
P.zza Martiri della Libertà, 19/B
48018 Faenza (RA)

5) La scadenza per la spedizione degli elaborati è fissata per il 15 febbraio 2017 (data timbro postale). La segreteria non si riterrà responsabile degli eventuali disservizi postali;

6) Il racconto che vincerà verrà pubblicato sul blog e sui vari social media collegati, in più, l'autore riceverà uno smartphone che sarà rivelato in seguito, più una cover personalizzata col testo - parziale - del racconto inviato.

7) La cerimonia si svolgerà a Tredozio (Fc) presumibilmente tra aprile e maggio 2017, in data e luogo che verranno resi noti. È possibile il ritiro del premio da parte di una terza persona munita di delega. I premi potranno altresì essere spediti con spese anticipate a carico del richiedente.

8) La partecipazione al concorso implica l'incondizionata accettazione di tutte le clausole del regolamento e l'autorizzazione alla divulgazione del proprio nominativo, del premio vinto e del testo vincitore su giornali, social network e pagine web. Per questa ragione, tutti gli autori che partecipano, cedono all'organizzazione e al blog MURO DI LIBRI il diritto di pubblicare le opere dei partecipanti senza avere nulla da pretendere come diritti d'autore. Nel caso in cui i racconti siano già editi verranno indicati i dati del libro da cui sono stati tratti.
Con l'autorizzazione al trattamento dei dati personali si garantisce che saranno usati esclusivamente ai fini del concorso.

9) Le norme e i contenuti del concorso potranno subire variazioni in base ad eventuali necessità e/o cause di forza maggiore.

10) I membri della giuria sono:
Lorenzo Bosi: blogger e scrittore.
Michele Cucchi: blogger, scrittore e fashion designer.
Linda Brindisi: illustratrice e scrittrice (nipote del celebre pittore Remo Brindisi)
www.lindabrindisi.it
Mauro Gurioli: titolare casa editrice TEMPO AL LIBRO e scrittore. www.tempoallibro.it
Ulteriori informazioni potranno essere richieste a:
murodilibri@libero.it


lunedì 23 gennaio 2017

INTERVISTA AD ALFREDO PILOTTI

Buongiorno mi chiamo Alfredo Pilotti e sono un autore, risiedo a Brescia ed ho recentemente pubblicato un racconto storico narrativo con le edizioni SerraTarantola .
Il libro si intitola 172 ed è correlato anche da documenti storici dell'epoca, autentici e originali che lo contestualizzano, lasciando ampi spazi per la narrazione.


 1 come è nata la tua passione per la scrittura?
leggendo leggendo e ancora leggendo.


 2 esiste un libro un autore o anche solo un racconto che ti ha influenzato?
Sicuramente i libri letti in adolescenza, gli autori come Giulio Verne o Salgari,finendo poi al mio preferito : Ken Follett.


 3 Quanto tempo hai impiegato?
tre mesi


 4 come è stato il tuo primo approccio col mondo dell ' editoria ?
Tutto sommato positivo


 5 parlaci del tuo libro e convinci i lettori di  muro di libri a sceglierlo.
Il libro novella le vicende di un gruppo di ufficiali marinai di istanza a Spezia, I quali compiono una missione particolare fino all isola di Malta.
La rigorosa cornice storica che lo racchiude, ossia quella della seconda guerra mondiale, non impedisce una narrazione piacevole e scorrevole.
La storia è originale e getta una luce diversa sul secondo conflitto mondiale; sta a chi legge trovare quelle strade nascoste tra le righe che offrono una chiave di lettura alternativa, forse più umana e meno legata alla storiografia


LINK CASA EDITRICE

mercoledì 18 gennaio 2017

INTERVISTA A SILVIA BRINDISI



 
Com'è nata la tua passione per la scrittura?
La mia passione per la scrittura è nata durante l'adolescenza e con gli anni l'ho sempre coltivata. Nel 2009 ho deciso poi di scrivere un saggio all'interno di un libro inerente al mio lavoro, intitolato " Prevenzione e qualità della vita. Il ruolo degli educatori con i minori".

E' stato un modo per far conoscere meglio le varie realtà difficili che ci sono, da cui si può anche uscire.

Dopo questo ho deciso di scrivere il mio primo libro di favole "Amicizie magiche", diverse tra loro, con vari valori, ma unite dall'amicizia per bambini uscito a novembre 2015.

Ho voluto far conoscere tramite queste favole, il mondo dei bambini, ciò che vedono e sentono sempre senza filtro. Inoltre penso che l'importanza della lettura deve essere sempre coltivata sin da piccoli e magari anche con i genitori, tramite il dialogo e il confronto.

A luglio ho vinto un diploma di merito al Concorso Letterario Internazionale di Sarzana con il mio ultimo libro, ed è stata una bella soddisfazione.

Mentre a settembre 2016 ho pubblicato un altro libro di un genere diverso, intitolato "Chi parla poco ha gli occhi che fanno rumore " con la casa editrice Lfa Publisher.

E' uscito da pochi mesi , ma sto avendo molto soddisfazioni e sicuramente non mi fermerò qui.


2) Esiste un libro, un autore o anche solo un racconto che ti ha influenzato/a?
Essendo da sempre una lettrice, ho letto diversi racconti e diciamo che tutti quelli che ho letto, in modi diversi mi hanno arricchito e trasmesso molto, da P. Coelho, Primo Levi, a Pirandello.


3) Quanto tempo hai impiegato?
Il mio libro l'ho scritto in diversi mesi, ma soprattutto non ho programmato nulla. Non l'ho scritto ogni sera, ma solo quando sentivo che avevo qualcosa da raccontare e da continuare a trasmettere. Non ho avuto fretta nel farlo.

Per me l'importante era riuscire a scrivere e trasmettere i miei pensieri e le mie emozioni al meglio ai lettori, visto inoltre che ho affrontato diversi argomenti, anche delicati.

Spero di esserci riuscita al meglio.


4) Com'è stato il tuo primo approccio col mondo dell'editoria?
Ho pubblicato come dicevo prima, il mio primo libro per favole, nel 2015. E' stata una nuova esperienza che mi ha portato fino a qui.

5) Parlaci un po' del tuo libro. Cerca di convincere i lettori di MURO DI LIBRI a sceglierlo.

Il mio libro è molto semplice, ma anche profondo. Ha come sfondo la mia città Roma, e in questo racconto ho voluto sottolineare la difficile realtà che c'è in ogni città, ovvero quella dei senza fissa dimora, che sono persone come noi, che a volte vengono dimenticate e a quanto un incontro casuale con una persona può cambiare la vita. Inoltre però ho anche voluto raccontare quanto sia importante, non mollare e riprendersi in mani la propria vita nei periodi difficili e ancora di più se hai vicino qualcuno che crede in te.

Mi raccomando, meno indifferenza e più altruismo.

Prima di salutarvi voglio ricordarvi che potete trovare tutti gli aggiornamenti e novità su di me e sui miei libri sul sito www.SilviaBrindisi.it e sulla mia pagina Facebook

HYPERLINK
https://www.facebook.com/SilviaBrindisiOfficialPage/?






Autobiografia di Silvia Brindisi


 
 
Sono nata a Roma il 26 settembre 1980.

Amo la mia città. Ho diverse passioni tra cui scrivere,leggere e viaggiare.

Nel marzo del 2010 mi sono laureata in educatore professionale di comunità presso l’Università di Roma Tre.

Ho svolto diverse esperienze lavorative e vari tirocini formativi in molti settori del sociale tra cui minori in difficoltà,malati psichiatrici,disabili adulti,minori in casa famiglia,tossicodipendenti liberi e detenuti presso Villa Maraini. Ho svolto anche volontariato presso il carcere di Regina Coeli di Roma.

Svolgo al meglio e con passione il mio lavoro,con umiltà,determinazione e professionalità.

Tuttora lavoro con minori disabili all’interno delle scuole.

Nel 2009 ho pubblicato un saggio di carattere scientifico all’interno del libro "Prevenzione e qualità della vita. Il ruolo degli educatori nel lavoro con i minori"(Kappa edizioni).

Mentre a fine 2015 ho pubblicato il mio primo libro per bambini "Amicizie magiche",con poche ed intense favole,unite tutte dal valore dell’amicizia.

E’ scritto in modo semplice e scorrevole da poter essere letto in qualsiasi momento della giornata.

A luglio 2016 ho un vinto un diploma di merito, al Concorso Internazionale Letterario di Sarzana con il libro "Chi parla poco,ha gli


 
 
occhi che fanno rumore", che verrà pubblicato il 15/9/2016 con la Casa Editrice LFA Publisher di Napoli.

A novembre 2016 sono arrivata finalista al concorso "Sorella Africa", con il racconto "Il viaggio di Valery", che è stato poi pubblicato all'interno della stessa antologia.

Sono davvero contenta di aver raggiunto anche questo nuovo traguardo e che loro abbiano creduto e credono molto in me e nel mio libro.

Spero di avere molte e diverse soddisfazioni.

Mi piacerebbe realizzarmi come scrittrice con tempo, determinazione, pazienza ed umiltà.


https://www.libroco.it/ricerca-libri.php?search_editore_id=&tipo_sezione=tutte&search_titolo=chi+parla+poco+ha+gli+occhi+che+fanno+rumore&search_autore=silvia+brindisi&search_editore_esatto=LFA+Publisher&search_collana=&search_isbn=&search_tutto=&search_esatto=no&search_sezioni=tutti&search_varia=Seleziona+il+Tipo+di+Varia&search_sottosoggetto=&search_periodo=&search_luogo=&search_extra=Seleziona+il+Tipo+di+Arte&lingua_libro=&ordina=&Memorizza2=CERCA
https://www.ibs.it/chi-parla-poco-ha-occhi-libro-silvia-brindisi/e/9788899972028

lunedì 16 gennaio 2017

IN TRENO COI BOSCIARQI

                                                                      di Lorenzo Bosi

Erano da poco terminate le festività natalizie e a casa Bosciarqi – così come in quasi tutte le case del mondo – era sceso un leggero velo di tristezza.  Un malessere trascurabile ma non per Abien che decise di eliminarlo definitivamente. Perciò, quel sabato mattina, suggerì alla famiglia di passare un paio di giorni nella loro caverna di montagna preferita. E, manco a dirlo, la proposta venne approvata da un giubilo corale. Davvero entusiasmante, non trovate? Chi di noi non scalpiterebbe all'idea di passare due giorni al freddo e al gelo e, perché no, alla mercé degli animali selvatici? Beh, per i Bosciarqi non c’era proprio niente di meglio. Infatti, in men che non si dica, Malassa la giraffa era già in strada, diretta alla piccola stazione ferroviaria di Freudaccio. Padre e figli in groppa e Amaranda seduta o meglio, letteralmente sepolta tra le cianfrusaglie sul piccolo carretto a due ruote, trainato dall’animale. A chi non li conoscesse bene come noi, la mastodontica quantità di pacchi, valigie, sacchi e borse varie che si erano portati dietro avrebbe fatto pensare ad un trasloco vero e proprio e non ad una semplice scampagnata di due giorni. Ma noi lo sappiamo: ciò che per i Bosciarqi è naturale, spesso e volentieri, non corrisponde a quello che la gente comune ritiene far parte della normalità.


Ovviamente, trovare posto sul treno con quella montagna di bagagli procurò qualche problemino.
“Siete pregati di sbrigarvi!”, li apostrofò il capotreno in gonnella – si fa per dire, visto che anche le divise femminili prevedevano i pantaloni-.
“Signora, mi scusi, potrei chiederle un’informazione?”, la interpellò Amaranda.
La donna alzò gli occhi al cielo ma si avvicinò.
“Anche Liptolo deve pagare il biglietto?”.
La signora Bosciarqi le mostrò la piantina di eucalipto che teneva tra le mani.
“Mi vuole prendere in giro?” si spazientì il controllore. “Affrettatevi a salire piuttosto o vi multo per il ritardo che state causando al treno!”
Fu la pianta a risponderle, facendo vibrare vorticosamente le foglie fino a produrre un lungo sibilo.
“Liptolo la ringrazia”, tradusse Amaranda.
Il capotreno guardò inorridita il piccolo arbusto poi se ne andò a passo deciso lungo il corridoio, senza dire nient’altro.
Annunciato da un fischio prolungato, il piccolo convoglio lasciò la stazione di Freudaccio alla volta della montagna.
“Piccole care, ora potete riposare qui al calduccio”, considerò la signora Bosciarqi mentre il marito sistemava i quattro alveari, dall’innocente aspetto di casette colorate, sui vani portaoggetti.
Nessun altro si era seduto nello scompartimento quindi i posti lato corridoio erano rimasti liberi ma, sotto ad uno dei due, Frulla si era appisolata, vicino a Liptolo. Eh già, a Freudaccio conoscevano tutti le bizzarrie dei Bosciarqi. Meglio starsene alla larga! Tutt’al più, alcuni ragazzini facevano rapide incursioni a sbirciare la famiglia più stramba della città.
“Posso giocare un po’ con Sdenti e Sdentina? Mi sto annoiando”, si lagnò Arame, dopo una mezz’oretta di silenzio.
“Ma certo caro, anche loro avranno voglia di svagarsi un po'”.
Abien si alzò e prese il grosso involucro riposto sul portapacchi superiore e lo adagiò a terra. Quando tolse la coperta termica, scoprì un acquario in piena regola che occupava l’intero pavimento libero tra i seggiolini.
Alla vista della luce, i due ‘pesciolini’ iniziarono a saltellare allegramente nell’acqua.
“Penso che vogliano mangiare qualcosa”.
“Basta Arame! Non sopporto di vederli ingozzare di carne”, protestò Alaja. “Sono disgustosi”.
La bimba di dieci anni era la più estremista della famiglia e mal sopportava il sacrificio di qualsiasi essere vivente, piante comprese. Ecco perché si nutriva di pietre!
“Sei solo una sciocca”, le rispose il fratellino. “I miei piranha seguono solo la loro natura”.
“Sono degli assassini e basta! E tu sei loro complice”.
Con queste parole, Alaja uscì dallo scompartimento e andò al finestrino ad osservare il panorama che scorreva veloce sotto ai suoi occhi.
Poco dopo, il treno arrivò alla stazione successiva.
Nuovi passeggeri salirono a bordo.
“Guarda mamma, qui c’è un bimbo che gioca coi pesciolini”, gioì una bambina coi capelli legati da una dozzina di fiocchetti rossi, “Voglio sedermi qui”.
La donna osservò dall’esterno l’insolito quadretto famigliare: uno spilungone che arrivava con la testa al ripiano portaoggetti. Una donna che sembrava la versione femminile dell’omino di una famosa ditta di pneumatici e un giovanissimo individuo coi capelli rosso alga e dalla pelle talmente bianca da far pensare che fosse ad un passo dalla morte.
“Sei sicura?”, le domandò la signora dopo aver deglutito.
“Dovrei entrare”.
Madre e figlia si girarono verso la voce monotono che aveva parlato.
“Ma cos’è?”, sussurrò la donna, inorridita, alla vista del viso e dei capelli di Alaja, grigi come un sasso.
“Cara, forse è meglio cercare un altro scompartimento”.
Troppo tardi. Sua figlia aveva seguito la piccola Bosciarqi ed era già dentro.
"Possiamo sederci qui?”, domandò alla madre.
“Entrate pure, ci sono proprio due posti liberi”, rispose Abien col sorriso sulle labbra.
I denti dell’uomo erano coperti dai frammenti di acacia che stava masticando.
La donna si portò la mano alla bocca per nascondere un'espressione di disgusto.
“Dai mamma, siediti”.
Ormai era fatta e, suo malgrado, la distinta signora coi boccoli biondi ben curati, si sedette sul bordo della poltroncina, voltando immediatamente lo sguardo verso il corridoio. Poco dopo si accorse del via vai di giovani curiosi che si affacciavano fugacemente dal finestrino per poi fuggire, ridendo a crepapelle.
“Che pesciolini sono? Anche noi a casa abbiamo un acquario, vero mamma?”, chiese la bimba.
La donna fece un rapido cenno con la testa, senza distogliere però lo sguardo dall’esterno. Avrebbe desiderato trovarsi mille miglia da quel posto.
“Sono piranha e, se non stai attenta, ti mangeranno le tue belle manine”, rispose Alaja, secca. Evidentemente era ancora arrabbiata col fratello.
Gli occhi terrorizzati della signora osservarono l’acquario.
“Allontanati di lì!”, ordinò alla figlia.
“Non date retta a mia sorella”, intervenne Arame. “Hanno appena mangiato”. E mostrò i frammenti di carne che teneva ancora nella mano…palmata.
“Che guanti orrendi”.
“Signora, non sono guanti!”, rispose il bimbo un po’ infastidito dall’ennesimo commento sulle sue dita.
“Mamma, io vorrei giocare con i pesci…”
“…a tuo rischio e pericolo”, concluse Alaja.
“Nemmeno per sogno”. Poi la madre abbassò il tono di voce e tornò a guardare il corridoio “Per fortuna tra poco scendiamo. Questo incubo finirà presto”.
Alla fermata successiva, l’acquario venne riposto sul bagagliaio per far riposare i due piranha e, proprio sotto alla poltroncina della signora, Frulla si acciambellò più comodamente attorno a Liptolo.
“Mamma, ho fame”, disse Alaja quando il treno lasciò la stazione.
Amaranda aprì la sacca che teneva a fianco e ne estrasse alcuni pacchetti avvolti con la pellicola di alluminio.
“Tieni piccola mia, qui c’è il pezzo di pietra che non hai finito ieri sera”, annunciò la donna, allungando il fagotto alla figlia: “Voi volete nulla? Arame, sarebbe meglio che tu mangiassi le alghe di palude prima che si asciughino”.
La signora ebbe un conato di vomito ma cercò di non farlo vedere.
“Ma è una pietra vera?”, chiese invece la bambina che sedeva a fianco di Alaja.
“Certo, io mangio solo pietre. Sono buonissime”.
La giovane Bosciarqi aprì il pacchetto e addentò il sasso, frantumandolo rumorosamente.
“Tutte idiozie!”, bofonchiò la passeggera, continuando imperterrita a guardare all’esterno.
“Non sono idiozie”, si spazientì Alaja.
La donna fece spallucce.
“Vuoi assaggiare?”
Alaja allungò il sasso alla bimba.
“Mi raccomando, un morso deciso”
La madre si voltò di scatto ma non ebbe il tempo di reagire. Ormai le fauci della figliola avevano azzannato la pietra…e, naturalmente, avevano perso la sfida.
La poveretta gridò di dolore.
Sputò e, dalla bocca, alcuni frammenti di dente caddero a terra.
Istintivamente la donna si alzò per gettarsi sulla figlia sofferente. Era fuori di sé e, nella foga, calpestò la coda di Frulla.
La puzzola le saltò addosso.
Ci fu poi lo scossone del treno e la passeggera perse l’equilibrio.
Tentò disperatamente di aggrapparsi al vano portaoggetti…ma al posto di afferrare le mensole, trascinò con se una delle ‘innocenti’ casette, appoggiate su di esse.
Nell’impatto a terra, il tetto si staccò.
SILENZIO.
“Noooo, le mie adorate!”
Il grido della signora Bosciarqi anticipò di qualche secondo il cupo ronzio delle api.
All’interno dello scompartimento tutto divenne nero, anzi, giallo e nero. Migliaia di pungiglioni, arrabbiati dal brusco risveglio e rinvigoriti dal tepore del treno, sfrecciavano come proiettili impazziti.
La bimba, già dolorante dal morso alla pietra, non avrebbe sopportato anche la puntura degli insetti. Decise quindi di aprire la porta e scappare lungo il corridoio, con tutti gli effetti collaterali di quell’azione. Nel breve tempo di un istante infatti, lo sciame conquistò l’intero vagone.
Qualcuno tirò il treno di emergenza.
Il convoglio si fermò in mezzo alla campagna e iniziò il fuggi fuggi generale. Non solo dalle porte, il panico, spinse molti dei viaggiatori a scavalcare i finestrini e a darsela a gambe levate sui prati coperti dalla neve.
Il gracchiare sofferente di una cornacchia echeggiò tra le montagne…Ah no, era il grido disperato di Amaranda.
“Poverine, le mie dolcissime apette. Non posso sopportare un dolore simile. Muorirò!!!”.
La signora Bosciarqi era inconsolabile.
Quando i finestrini e le porte del treno si erano aperte, molte delle api non avevano retto al freddo pungente ed erano morte.
“No, no… è arrivata anche la mia ora. Non posso sopportare un dolore simile”.
Amaranda era distesa a terra, all’interno della grotta delle vacanze.
“Dai mamma, abbiamo salvato la regina. Presto l’alveare sarà di nuovo pieno di…”
“NOOOOO, non mi consolare! Non merito niente, non merito di vivere! Ho uccise le mie amate piccoline”.
La donna interruppe Alaja che cercava di darle conforto.
Il suo pianto era ininterrotto.
I figli la presero per le mani.
“Lasciatemi, non merito il vostro affetto. Sono un mostro! Cattiva. Cattiva. Cattiva. Cattiva. Cattiva. Cattiva. Cattiva. Cattiva e nient’altro che cattiva!”
Abien ebbe un’idea.
Mise a fianco della moglie un grosso contenitore di miele. Forse era più appropriato dire, un capiente catino traboccante di miele…
Amaranda si zittì. Osservò il gustoso nettare con occhi avidi.
Poi dilatò le narici del naso suino.
Con lo slancio di un pachiderma si sollevò e rimase ferma davanti alla bacinella.
Sul viso della donna apparve tenue sorriso che però scomparve subito dopo.
Guardò il marito e i figli.
Scattò. Uno slancio improvviso. Inaspettato.
Poco prima era lì, in piedi, affranta dal dolore e, un secondo più tardi, l’intera testa di Amaranda era completamente sommersa dal miele.
Quando risollevò il capo, non era più la stessa.
Per la serie ‘con la dolcezza si ottiene tutto’ e se uno è goloso è ancora più facile, la signora Bosciarqi si leccò il miele che le colava ovunque.
“Adesso si ragiona!”, commentò.
L’inconsolabile amarezza di poc’anzi era, improvvisamente, divenuta più sopportabile.


FINE SETTIMO

EPISODIO

sabato 14 gennaio 2017

NUOVA RUBRICA

ATTENZIONE: AUTORI ED EDITORI!!!
Il blog MURO DI LIBRI vuole imbarcarsi in una nuova avventura.
Negli ultimi tempi ci siamo imbattuti in testi di saggistica o romanzi dal sapore 'locale' che riteniamo molto interessanti. A questo punto ci siamo posti una domanda: perché non darne spazio nelle nostre pagine? Beh, provare non costa nulla!
Facciamo quindi un appello accorato agli scrittori e alle case editrici che si occupano di questo genere letterario: Ci piacerebbe aprire una nuova vetrina per dare visibilità a chi, di norma, non ne ha quanta meriterebbe. Chi vuole salpare con noi e unirsi in questo progetto?
La promozione di scrittori non nazionalpopolari -ma solitamente molto più talentuosi delle starlette di turno - Ã¨ molto più problematica e, per questa ragione, a MURO DI LIBRI piacerebbe dare una mano in questo senso.
SCRITTORI e, soprattutto, CASE EDITRICI ci piacerebbe creare una rete tra voi ed il pubblico, far nascere una sinergia da cui potrebbe scaturire qualcosa di interessante.
Che ne dite?
Contattateci alla mail:
Vi aspettiamo numerosi.
 

giovedì 12 gennaio 2017

INTERVISTA AD AURELIO ANDRIANI


REGALATI UN'INTERVISTA

Aurelio Andriani

1)      Com'è nata la tua passione per la scrittura?

Ho iniziato a scrivere poesie quando ero alle scuole elementari, le classiche poesie in rima su tematiche infantili con il papà o la scuola stessa. Negli anni ’80, poi, dopo un lungo periodo di astensione, ho ricominciato a scrivere poesie, più che altro per dare sfogo alle pene amorose che da adolescente stavo attraversando. In quegli anni,  però una mia amica, sapendo che scrivevo, mi chiese di comporre un breve racconto di fantasia da portare in classe come compito assegnatole da sviluppare a casa. Accettai di aiutarla e scrissi il mio primo racconto intitolato CHE C'È LAGGIÙ?, mai pubblicato e che gelosamente conservo dattiloscritto tra tutti i miei fogli del passato e le agende che ho riempito di poesie e canzoni trascritte rigorosamente a mano, pagina dopo pagina. Da quel momento cominciai ad affacciarmi alla scrittura che cominciava a esulare dalla rappresentazione, più o meno criptica, dei miei dissidi interiori suscitati dalle pene d’amore. In quel momento cominciai ad affrontare tematiche che comprendevano tutta la sfera del mio essere, scrivendo contestualmente i testi (e a volte anche gli spartiti) di canzoni anch’esse mai pubblicate, per ora. Il 1996 è l’anno della prima stesura di BUIO, a oggi pubblicato in selfpublishing su Amazon nel solo formato e-book. Dello stesso anno è il concepimento di LA GUERRA DI DÀNAS, pubblicato in una raccolta composta da due racconti accanto a LA LAPIDE, di cui quest’ultimo è risultato vincitore della sezione di narrativa inedita al 9° Premio Nazionale Poesia e Narrativa “LA TAVOLOZZA”, a  cui è intitolata l’omonima collana di pubblicazione, e di cui è andato a comporre il volume dell’edizione 2016. Quest’ultimo libro, pubblicato dalla casa Editrice CLD Libri di Pontedera (PI), è reperibile in formato cartaceo presso lo store della predetta CE, oppure in formato e-book su Amazon.

2)      Esiste un libro, un autore o anche solo un racconto che ti ha influenzato/a?

Premetto che le mie letture spaziano fra vari generi, ma prediligo autori dell’horror classico come Arthur Conan Doyle, H. P. Lovecraft e soprattutto Edgar Hallan Poe. Di quest’ultimo in particolare mi ha impressionato la rovina degli Usher. Traggo ispirazione da questo genere di autori, anche se in alcuni dei miei racconti non tratto argomenti horror, bensì narro di vicende più “normali” come in ‘IL PROFESSOR ÄŒECHOV’ (non ancora pubblicato) oppure di fantascienza come in “CHE C’È LAGGIÙ?’ e molti altri, senza contare quelli che sono in cantiere o in via di sviluppo. E poi Umberto Eco, Di Giovanni come autori italiani per il loro modo di rendere le immagini vivide con le descrizioni e Andy McNab per le tematiche di azione e di guerra.

La lista sarebbe lunghissima perché ognuno dei libri che hanno fatto parte della mia vita mi ha lasciato qualcosa di indelebile in me e mi ha spinto a cercare di poter ricreare le emozioni che io stesso ho provato nel leggere tutti i libri che hanno finora accompagnato la mia vita. In confronto ai grandi che ho citato, ovviamente, mi sento una formichina, ma già il fatto che riesca a mettere su carta emozioni che io stesso provo e riuscire a renderle vivide anche a coloro che mi hanno finora letto è per me già motivo di soddisfazione e stimolo a crescere artisticamente e come uomo.

3)      Quanto tempo hai impiegato?

Se intendiamo il tempo che ho impiegato tra lo scrivere e l’affacciarmi al mondo dell’editoria (o meglio della pubblicazione) il calcolo è presto fatto: 20 anni di riflessioni e dubbi se lasciare in mano al pubblico e in pasto a chiunque quelli che considero miei figli (ovvero le mie opere) o meno. BUIO, nato nel 1996, ad esempio, è stato pubblicato nel 2016. In verità una spinta molto forte l’ho ricevuta emotivamente nel 2015 quando ho perso improvvisamente mia sorella (più grande di me) che scriveva anche lei e che aveva vinto molti concorsi letterari con alcune delle sue poesie, ma che non aveva mai pubblicato. Quell’evento tragico mi ha fatto riflettere sull’opportunità di lasciare un domani ai miei cari qualcosa di tangibile che potesse suscitare in loro sensazioni superiori rispetto al mero ricordo, allorquando non ci fossi stato più con loro.

Se invece vogliamo riferirci ai tempi che ci ho messo per scrivere le opere che ho pubblicato, beh, allora devo fare un distinguo.

BUIO è stato scritto, come prima stesura, nel giro di 15 giorni.

LA GUERRA DI DÀNAS, invece, in 5 giorni.

LA LAPIDE, infine, nel giro di 24 ore filate di scrittura oserei dire compulsiva.

Ovviamente c’è da tener presente che non si tratta di romanzi, bensì di racconti lunghi o romanzi brevi che non vanno oltre la cinquantina di pagine.

4)      Comè stato il tuo primo approccio col mondo dell'editoria?

Come accennavo precedentemente, scrivendo per me stesso e mettendo in ogni mio elaborato parti del mio io interiore, ho sempre avuto timore di mettere in pubblico ‘le mie cose’, non per paura delle critiche, ma per una questione di intima gelosia delle proprie fragilità. Poi, col tempo, quando ho fatto leggere qualcosa ai miei amici e parenti mi sono reso conto che in realtà solamente io so cosa c’è veramente dietro a ogni parola scritta e che le emozioni che arrivano al lettore sono dirette, nella loro essenzialità filtrata e attecchiscono ai differenti vissuti di chi legge. In pratica, quello che il lettore prova non sono solo le emozioni dello scrittore, bensì una miscellanea con le proprie e con il proprio vissuto e di conseguenza ci si trova a provare emozione per qualcosa che magari a un altro non ha provocato alcun effetto. Quindi ho pensato di buttarmi a pubblicare. Il primo problema che ho affrontato è stato quello inerente al mezzo da adottare (cartaceo, e-book?) e come procedere. Innanzitutto ho registrato in Siae tutti i miei scritti. Poi ho mandato in visione un po' di materiale a case editrici famose da cui ho ricevuto la risposta che lasciava intendere ‘non sei nessuno – non ci interessa – le faremo sapere’. Contestualmente ho però cominciato a ricevere (ancora oggi avviene) lusinghiere sfilze di complimenti e frasi di interesse alle mie opere da parte di CE a pagamento che mi hanno un po’ demoralizzato.

Ma alla fine ho deciso di non spendere un solo centesimo per la stampa delle mie opere, mettere a disposizione di chi veramente voglia leggere i miei racconti un prodotto revisionato, impaginato e illustrato da me e possibilmente in modo gratuito (solo che per ora questo non mi è stato ancora possibile): il mio interesse è quello di poter regalare emozioni e non di guadagnare vendendo libri.

Per ora con BUIO ho abbracciato il self-publishing in e-book con Amazon in formato Kindle, con tutti i pro (economicità,personalizzazione e flessibilità) e i contro (mancanza di una vera e propria campagna di marketing, bacino di utenza ristretto e impossibilità di regalare copie a mia discrezione). Ma per i prossimi che sto per pubblicare approfondirò ancora di più la materia. Resta il fatto che non ho bisogno di plausi altisonanti per essere più soddisfatto di quanto non lo sia già di me stesso.

Discorso a parte devo fare per il cartaceo di LA LAPIDE – LA GUERRA DI DÀNAS, in quanto la pubblicazione è avvenuta con un piccolissimo contributo da parte mia, ma solo perché ho personalmente incontrato editore e Presidente del concorso letterario e ho reputato che fosse giusto non interrompere la collana lasciando un “buco” per l’anno 2016 tra tutti i volumi pubblicati e che saranno pubblicati. Inoltre l’e-book di quest’opera, su autorizzazione della CE è stata da me creata e messa in vendita su Amazon, atteso che la CLD Libri non intendeva investire sulla branca e-book della pubblicazione.

5)      Parlaci un po' del tuo libro. Cerca di convincere i lettori di MURO DI LIBRI a sceglierlo.
Essendo per ora due i libri che ho pubblicato, anche in questo caso farò un distinguo.

BUIO

Mi piace paragonare BUIO a quel brivido freddo che corre veloce lungo la schiena nell’attimo in cui volti le spalle alla porta aperta di una stanza buia e silenziosa.

Sinossi.

Cosa si annida nel buio? Cosa è sepolto in quegli angoli bui della memoria?

Chi afferma che non ha mai, neanche per una volta, avuto paura del buio mente a sé stesso, perché esso si annida in piccoli angoli inconsci dell’anima di ognuno di noi…

Il Dottore di Dotter Hill aveva speso la sua vita a combattere l’oscurità che da sempre avvolgeva i suoi vuoti di memoria e che lentamente stava conquistando la sua anima… fino a quel giorno, lì nella casa natia, solitaria tra le colline e al cospetto del bosco fitto che custodiva i suoi segreti sin da quando era bambino…

Trama

Romanzo breve di genere paranormal/horror psicologico.

Un biologo fugge dalla città per tornare nella casa in cui ha vissuto la sua infanzia, fra montagne e colline a ridosso di un tetro boschetto che da sempre è oggetto delle sue angosce e che gli rievoca le tristi vicissitudini che la vita gli ha riservato. Ma le paure ancestrali e i vuoti di memoria potranno essere colmati solo combattendo il buio fuori e soprattutto dentro di sé.

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Booktrailer


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LA LAPIDE – LA GUERRA DI DÀNAS

Due racconti che trascinano in mondi e situazioni diversi tra loro ma che coinvolgono il lettore fino alla rivelazione finale.

In “La Lapide”, vincitore del 1° Premio Narrativa inedita al 9° Premio Nazionale Poesia e Narrativa “LA TAVOLOZZA”, a  cui è intitolata l’omonima collana, edizione 2016, ci si ritrova a fronteggiare realtà in cui momenti terribili possono rivelarsi inaspettatamente meravigliosi e il sovrannaturale diviene collante essenziale nella speranza di redenzione. La lapide bianca sulla collina non ha fretta e ha tutto il tempo del mondo per rivelarsi ai protagonisti e al lettore.

In “La Guerra di Dànas”, invece, una pattuglia dell’esercito regolare dovrà affrontare una difficile missione contro il tempo, attraverso le linee nemiche e nei meandri della terra, dove i pericoli che incomberanno non saranno più di tipo “terreno”: qualcosa attende la pattuglia Aquila 6 nelle viscere della città di Dànas e i colpi di scena coinvolgeranno il lettore in una visione della realtà cui, forse, non aveva mai pensato. Le armi convenzionali non servono più e la vera guerra da combattere è solo quella per la sopravvivenza. 

Trame

LA GUERRA DI DANAS: La squadra “Aquila 6” dell’esercito regolare viene inviata oltre le linee nemiche con il compito di ripercorrere i passi della pattuglia “Cobra 1” che tempo prima non aveva fatto più ritorno dalla città di Dànas e il cui unico superstite si era suicidato pochi giorni dopo il suo ricovero in ospedale in stato di profondo shock, senza avere la possibilità di raccontare l’accaduto. I sei componenti della squadra Aquila 6 dovranno portare a termine la missione in 24 ore, allo scadere delle quali la città di Dànas verrà bombardata dal fuoco alleato. Per evitare i nemici disseminati per la città, la pattuglia deciderà di percorrere i sotterranei, ma questa scelta porterà quegli uomini a vivere esperienze paranormali e a fronteggiare verità sepolte nel tempo e nell’anima. 

Chi ne uscirà vivo?

Nulla è come sembra!

 

LA LAPIDE: In una piccola cittadina del Nord dell’Inghilterra, la vita scorre con i suoi drammi e con i suoi ritmi. Un uomo si ritrova a vivere il proprio dramma familiare della perdita del proprio figlio per una grave malattia e da quel momento anche i rapporti con sua moglie degenerano giorno per giorno, all’apparenza…

Perchè Ileen non vuole più rivolgergli la parola da mesi? E perchè, proprio quel giorno ha deciso di parlargli nuovamente senza provare più astio nei confronti di Bill?

L’unica cosa che, apparentemente, ormai li tiene legati è la piccola lapide bianca sotto cui giace il loro piccolo Manuel.

Ma le cose non stanno proprio così…

 

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Approfondimenti sull’autore, pagine, blog e link:

BLOG “Emozioni Pensanti”:  https://aurelioandriani.wordpress.com/

Pagina FB di Emozioni: https://m.facebook.com/emozionipensanti  (@emozionipensanti)

Pagina FB MY homemade BookTrailer: https://m.facebook.com/MYhomemadeBT/ (@MYhomemadeBT)

Pagina FB TELAYFPA: https://m.facebook.com/telayfpa/   (@telayfpa)


Pagina FB Un giorno di: https://m.facebook.com/ungiornodiordinariafollia/    (@ungiornodiordinariafollia)




 

Aurelio Andriani nasce in Puglia, ad Altamura, nel 1971, ma da sempre è cittadino della contigua Gravina in Puglia, cittadina dell’entroterra barese da cui sgorga l’omonimo torrente che nel corso dei millenni ha contribuito a dare anche a Gravina una connotazione simile a quella dei più famosi “Sassi” della vicina Matera, cui il torrente arriva.

Roma è la sua ultima città d’adozione dove vive con la sua famiglia.

Tra le sue pubblicazioni troviamo BUIO (gennaio 2016), in formato e-book autopubblicato: un romanzo breve scritto molti anni fa, di genere noir/horror psicologico.

Con il racconto “LA LAPIDE” ha vinto il Primo Premio nel concorso letterario indetto da “LA TAVOLOZZA” che ha comportato la pubblicazione cartacea nell’edizione 2016 dell’omonima collana, insieme ad un romanzo breve intitolato “LA GUERRA DI DÀNAS”, edizioni CLD Libri di Pontedera (PI). Inoltre ha realizzato (ancora ventenne) un opuscolo di poesie “artigianale”, intitolato “SCHEGGE DALL’IO”, stampato negli anni Novanta come vademecum simbiotico nell’ambito una mostra di pittura dove la creatrice ed artista aveva tratto ispirazione dai versi scritti da Aurelio Andriani e ne aveva fatto le opere pittoriche esposte.

Una sua poesia, intitolata CONTEMPLAZIONE, è stata selezionata per partecipare al concorso “POETA ANCH’IO” di Bomarzo (VB), ancora in corso, ma è già stata inserita fra le migliori che saranno pubblicate al termine del contest nella raccolta dei migliori partecipanti che sarà mandata in stampa entro dicembre 2016.

L’ispirazione per scrivere poesie e racconti la trae dalla quotidianità che ogni giorno gli manda spunti che poi riporta su carta, e specialmente la sua professione nelle Forze dell’Ordine che lo vede molto spesso lontano da casa impegnato in missioni di pace all’estero. Tutto questo è fonte di arricchimento d’esperienze che Aurelio Andriani cerca di trasmettere attraverso la sua penna.

In ogni suo scritto c’è un unico filo conduttore latente, un messaggio finale importante, un cammino da percorrere ed una riflessione lasciata al lettore per una crescita intellettuale e spirituale.